lunedì 29 agosto 2022

Il sapore unico di Marettimo e le infinite possibilità di trekking ed escursioni, nel cuore del Mediterraneo

"Ho una casa in montagna, vista mare". Sono le parole di un abitante di Marettimo che sorprendendomi mi raccontava, con una legittima dose di provocazione, il suo punto di vista sulla perla delle Egadi. Piccola, impervia, la più lontana dalla costa e, in condizioni di meteo avverso, completamente isolata dall'esterno. Marettimo ha il sapore dell'unicità. L'isola delle Egadi più lontana dalla costa trapanese può respingere per la sua asprezza o, più facilmente, lasciare incantati. Chi scrive, ovviamente, ha colto in Marettimo il fascino - sempre più raro nel tempo che viviamo - dell'unicità. Più rara anche dell'incantevole blu del mare di Marettimo. Con i suoi duecento abitanti scarsi nella stagione fredda e il suo turismo limitato (nei numeri) nell'estate. Non si costruisce a Marettimo, non girano automobili sull'isola. Il cattivo tempo o il vento, specie d'inverno, negano partenza e attracco di aliscafi. 

Vista dalle Case romane
Il paese di Marettimo e sullo sfondo Levanzo e Favignana

Il giornalista Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia, nel 1985 scriveva così in un articolo sulla rivista Atlante: "Un’isola lontana, Marettimo, elusiva, scontrosa, superba, che per centinaia di migliaia di anni non fu, come avvenne per Levanzo e Favignana, unita alla Sicilia, ma separata, in uno splendido isolamento. Un isolamento che, per fortuna, resiste ancor oggi: a Marettimo, con soddisfazione degli abitanti, non si è scaricato il turismo invadente e degradante". Trentasette anni dopo si possono sottoscrivere in larga parte le medesime sensazioni. 

Nell'unicità della splendida Marettimo, la montagna è un fattore. Lo si capisce nell'avvicinamento via mare. Nel mezzo del Mediterraneo, c'è una montagna e ci sono le dolomiti. La punta più alta di Marettimo è Pizzo Falcone, monte la cui cima tocca i 686 metri di altitudine sul livello del mare. Considerata la contenuta dimensione dell'isola, si pesa ben presto la morfologia di Marettimo, che spesso al visitatore impone la fatica nel movimento. Si ha l'imbarazzo della scelta per le escursioni, per il trekking a Marettimo. 

Il punto più accessibile è il sito delle Case romane, a 250 metri di altitudine e 45 minuti di camminata dal paese. La temperatura, siamo pur sempre nel Mediterraneo, è il fattore principale da prendere in esame per l'organizzazione delle escursioni, ma la fatica - quando il clima concederà l'opportunità - sarà ampiamente ripagata. Perla nella perla sono poi le pareti di dolomia, a strapiombo sul mare. Visibili solo grazie ad escursioni in barca perché restano nella parte inabitata dell'isola che da anni è stata dichiarata area protetta, le dolomiti di Marettimo sono splendidi speroni di roccia che emergono dal Mediterraneo per 300, 400 metri e lasciano d'incanto. Nel tempo, il CAI ha tracciato le pareti e aperto le vie di scalata (dal mare). Uno spettacolo. Da ammirare la splendida visuale che regala la grotta della Bombarda sulle Dolomiti.

La grotta della Bombarda, a Marettimo

Quell'unicità che resiste e che va preservata è anche nella contemporanea dimensione del turismo. Il turismo, prima ancora che la pesca, è oggi la fetta più rilevante dell'economia marettimara. Un equilibrio complesso, da difendere costantemente e quotidianamente, che nei decenni ha rifuggito le grandi strutture e puntato sull'accoglienza diretta da parte degli abitanti. Se amate villaggi, grandi hotel e spa, andate altrove. Qui la dimensione è un'altra, in benedetta controtendenza. Così, la permanenza diviene esperienza. Ho avuto il piacere di incontrare la storia di Francesca, giovanissima responsabile dell'Isola del Miele: accoglie con gentilezza i turisti nel suo affittacamere, con la sua famiglia organizza escursioni in barca, alleva api e produce miele. Restando a Marettimo. Scegliere di restare e investire la propria vita, la propria professione nell'isola e per l'isola è il prezioso biglietto da visita di una generazione che vuole difendere la straordinarietà di Marettimo e, viverci, raccontandola a chi la scopre o a chi, innamorato, torna ad ammirare la sua bellezza. 

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