sabato 25 settembre 2021

Due giorni in quota sul Catinaccio: Ciampedie-Santner-Antermoia-Cigolade-Roda di Vael

Le notti in quota, in rifugio, sono sempre momenti che restano. Esperienze che riconciliano. Giorni e notti in quota permettono di ritrovare il rapporto diretto con la montagna, pure in un tempo di diffuso accesso di massa, specie sulle vette dolomitiche.

Nelle scorse settimane, sono tornato a vivere due giorni in alta quota, tutti all'interno dell'incanto del Catinaccio. Riporto qui sinteticamente tracciato e indicazioni. 

Con partenza da Vigo di Fassa, funivia solo andata per Ciampedie. Dal pianoro del Ciampedie, risalendo la conca del Gardeccia, raggiunti e superati il rifugio Gardeccia e poi i rifugi Vajolet e Preuss. Dal Vajolet, in un'ora e dieci minuti raggiunto il rifugio Re Alberto, costruito alla base delle Torri del Vajolet. Nel tratto tra Vajolet e Re Alberto alcuni passaggi sono con corde fisse legate alla roccia. Dopo altri venti minuti al Rifugio Santner, sull'omonimo passo.

Le torri del Vajolet, dalla salita al Santner

Dal Rifugio Santner, a quota 2.650, ripresa la via della salita appena intrapresa, scendendo quindi verso Re Alberto e Vajolet, in un'ora e mezza circa. Nuovamente al Vajolet, imboccato il sentiero verso il passo di Antermoia. Dopo un'ora e mezza di cammino si arriva al Rifugio Passo Principe, da qui altrettanto tempo per raggiungere prima il passo di Antermoia e poi discendere verso il rifugio Antermoia, situato a pochi metri dall'omonimo lago. 

Il gruppo del Catinaccio, visto dal passo Antermoia

Dopo la notte passata nello splendido rifugio Antermoia, la seguente mattina ripresa la via del passo di Antermoia (a 2.770 metri di altitudine, il punto più alto della due giorni di escursione), poi ridiscendendo verso il Passo Principe. Dal Principe ripercorrendo il medesimo sentiero del giorno prima, arrivo ai rifugi Vajolet e Preuss. Dall'Antermoia al Vajolet circa tre ore di tempo. Una volta al Vajolet, imboccato il sentiero per il passo di Cigolade, che sale e pian piano sovrasta la conca del Gardeccia. Poco prima dell'ultima salita al passo di Cigolade vi sono alcuni punti attrezzati. Dal passo delle Cigolade, a quota 2.579, si gode di una doppia splendida visuale: da un lato sulla conca del Vajolet e sino al passo Principe, dall'altra sulla vallata che porta al Roda di Vael. Finale di percorso proprio in discesa, in un'ora dal passo si arriva al rifugio Roda di Vael, un'altra ora abbondante per discendere prima al Rifugio Paolina(passando per il monumento a Christomannos) e poi al passo di Costalunga, fine della due giorni.

venerdì 24 settembre 2021

Le parole in montagna, Erri De Luca "Sulla traccia di Nives"

Sarà capitato a tanti di notare come cambi l'utilizzo delle parole in montagna. Il pensiero più immediato e banale porta a pensare al tipico saluto che in alta quota è riservato a chi si incrocia in escursione. Sul tema dell'utilizzo delle parole in alta quota, riporto uno splendido passaggio di Erri De Luca, grande appassionato di montagna e scalatore. Nel suo "Sulla traccia di Nives", segue e dialoga con la scalatrice bergamasca Nives Meroi

"A valle, nelle città, le parole sono aria viziata, escono dalla bocca straparlate, non portano conseguenze. A valle vanno sprecate nel vocio della politica, della pubblicità, dell'economia [..] Quassù ce le teniamo in bocca, costano energie e calore, usiamo le necessarie, e quello che diciamo poi facciamo. Quassù le parole stanno in pari con i fatti". Tratto da "Sulla traccia di Nives", Erri De Luca, Mondadori 2005. 

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