martedì 30 agosto 2022

Il lago di Carezza nell'estate 2022 e la differenza di portata con il 2021

Dopo aver proposto la comparazione dello stato del lago di Antermoia tra estate 2021 ed estate 2022, si prolunga il ragionamento (per pesare in immagini l'impatto della siccità dell'anno in corso e dunque dei cambiamenti climatici) spostandosi di pochi chilometri in linea d'aria. Il lago di Carezza, a pochi minuti d'auto dal passo di Costalunga, nell'agosto 2022 presenta una portata ben inferiore all'anno passato.

Il lago di Carezza fotografato nell'agosto 2021


Il lago di Carezza fotografato nell'agosto 2022

lunedì 29 agosto 2022

Il sapore unico di Marettimo e le infinite possibilità di trekking ed escursioni, nel cuore del Mediterraneo

"Ho una casa in montagna, vista mare". Sono le parole di un abitante di Marettimo che sorprendendomi mi raccontava, con una legittima dose di provocazione, il suo punto di vista sulla perla delle Egadi. Piccola, impervia, la più lontana dalla costa e, in condizioni di meteo avverso, completamente isolata dall'esterno. Marettimo ha il sapore dell'unicità. L'isola delle Egadi più lontana dalla costa trapanese può respingere per la sua asprezza o, più facilmente, lasciare incantati. Chi scrive, ovviamente, ha colto in Marettimo il fascino - sempre più raro nel tempo che viviamo - dell'unicità. Più rara anche dell'incantevole blu del mare di Marettimo. Con i suoi duecento abitanti scarsi nella stagione fredda e il suo turismo limitato (nei numeri) nell'estate. Non si costruisce a Marettimo, non girano automobili sull'isola. Il cattivo tempo o il vento, specie d'inverno, negano partenza e attracco di aliscafi. 

Vista dalle Case romane
Il paese di Marettimo e sullo sfondo Levanzo e Favignana

Il giornalista Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia, nel 1985 scriveva così in un articolo sulla rivista Atlante: "Un’isola lontana, Marettimo, elusiva, scontrosa, superba, che per centinaia di migliaia di anni non fu, come avvenne per Levanzo e Favignana, unita alla Sicilia, ma separata, in uno splendido isolamento. Un isolamento che, per fortuna, resiste ancor oggi: a Marettimo, con soddisfazione degli abitanti, non si è scaricato il turismo invadente e degradante". Trentasette anni dopo si possono sottoscrivere in larga parte le medesime sensazioni. 

Nell'unicità della splendida Marettimo, la montagna è un fattore. Lo si capisce nell'avvicinamento via mare. Nel mezzo del Mediterraneo, c'è una montagna e ci sono le dolomiti. La punta più alta di Marettimo è Pizzo Falcone, monte la cui cima tocca i 686 metri di altitudine sul livello del mare. Considerata la contenuta dimensione dell'isola, si pesa ben presto la morfologia di Marettimo, che spesso al visitatore impone la fatica nel movimento. Si ha l'imbarazzo della scelta per le escursioni, per il trekking a Marettimo. 

Il punto più accessibile è il sito delle Case romane, a 250 metri di altitudine e 45 minuti di camminata dal paese. La temperatura, siamo pur sempre nel Mediterraneo, è il fattore principale da prendere in esame per l'organizzazione delle escursioni, ma la fatica - quando il clima concederà l'opportunità - sarà ampiamente ripagata. Perla nella perla sono poi le pareti di dolomia, a strapiombo sul mare. Visibili solo grazie ad escursioni in barca perché restano nella parte inabitata dell'isola che da anni è stata dichiarata area protetta, le dolomiti di Marettimo sono splendidi speroni di roccia che emergono dal Mediterraneo per 300, 400 metri e lasciano d'incanto. Nel tempo, il CAI ha tracciato le pareti e aperto le vie di scalata (dal mare). Uno spettacolo. Da ammirare la splendida visuale che regala la grotta della Bombarda sulle Dolomiti.

La grotta della Bombarda, a Marettimo

Quell'unicità che resiste e che va preservata è anche nella contemporanea dimensione del turismo. Il turismo, prima ancora che la pesca, è oggi la fetta più rilevante dell'economia marettimara. Un equilibrio complesso, da difendere costantemente e quotidianamente, che nei decenni ha rifuggito le grandi strutture e puntato sull'accoglienza diretta da parte degli abitanti. Se amate villaggi, grandi hotel e spa, andate altrove. Qui la dimensione è un'altra, in benedetta controtendenza. Così, la permanenza diviene esperienza. Ho avuto il piacere di incontrare la storia di Francesca, giovanissima responsabile dell'Isola del Miele: accoglie con gentilezza i turisti nel suo affittacamere, con la sua famiglia organizza escursioni in barca, alleva api e produce miele. Restando a Marettimo. Scegliere di restare e investire la propria vita, la propria professione nell'isola e per l'isola è il prezioso biglietto da visita di una generazione che vuole difendere la straordinarietà di Marettimo e, viverci, raccontandola a chi la scopre o a chi, innamorato, torna ad ammirare la sua bellezza. 

sabato 6 agosto 2022

Escursione sul Catinaccio. Dal Vajolet al Roda di Vael passando per il passo Cigolade

Camminata "Cigolade", escursione quattordici
(numero progressivo di escursione proposta dal blog). 

Da Rifugio Vajolet al Rifugio Roda di Vael. Nel cuore del Catinaccio


Vista della valle del Vajolet dal passo delle Cigolade 


Località di partenza: Rifugio Vajolet (2.243 metri)

Località di passo: Passo delle Cigolade (2.551 metri)

Località di arrivo: Rifugio Roda di Vael (2.283 metri)

Dislivello in salita: 308 metri.

Categoria escursione: E (escursionistico).

Livello di difficoltà: impegnativo, sconsigliato con brutto tempo.

Tempo di percorrenza: circa tre ore, solo andata.

Si parte in discesa, lasciandosi alle spalle il Rifugio Vajolet. Dopo qualche tornante in discesa, si imbocca la deviazione per il sentiero SAT 541, tenendo come riferimento le indicazioni per Passo Cigolade e Rifugio Roda di Vael. Da lì inizia un percorso in iniziale costante salita per circa 30 minuti, che poi si trasforma in camminata in piano su sentiero stretto ai piedi del Catinaccio. Dopo circa un'ora e 30 minuti di cammino, la strada torna a salire verso il passo delle Cigolade (pas da le Zigolade). Il tratto finale verso il passo è piuttosto ripido e sale sui tornanti tra il ghiaione. Si passa anche da una scaletta di ferro di circa 4 metri piantata nella roccia assieme ai cavi che consentono una più agevole salita. In 2 ore abbondanti si raggiunge il passo delle Cigolade, punto più alto dell'escursione a quota 2.551. E' sconsigliato mettersi in cammino in questo percorso in condizioni meteo instabili. Dal passo si discende poi su sentiero più ampio e comodo verso il Rifugio Roda di Vael, che si raggiungerà in ulteriori 45 minuti di cammino.

Il passo delle Cigolade, a quota 2.551.

giovedì 4 agosto 2022

Il lago Antermoia nel 2022 e la differenza di portata con il 2021

Il 2022 passerà alla storia come una delle annate più siccitose e con meno precipitazioni. Le temperature alte e le scarse piogge lasciano un prezzo pesante a ogni latitudine. In montagna tutto è più evidente, inevitabilmente non demandabile. Nelle due fotografie che seguono, l'evidente differenza della portata e della dimensione del lago di Antermoia e dei contigui residui di neve e ghiaccio. La prima foto è dell'agosto 2021, la seconda risale a pochi giorni fa: agosto 2022.

Lago Antermoia, Agosto 2021

Lago Antermoia, Agosto 2022


lunedì 27 dicembre 2021

Presepi a Campo, la tradizionale esposizione natalizia nel borgo medievale disabitato

E' una tradizione radicata, un appuntamento fisso per la comunità dell'Alto Garda e del Baldo.  L'esposizione dei presepi a Campo, piccolo borgo disabitato, a quota 250 metri d'altitudine alle pendici del Monte Baldo. Ogni anno la tradizione si rinnova, con la rassegna "Presepi a Campo". Se ne trovano decine, esposti a terra, sulle finestre, tra le rocce, sui prati. Un po' ovunque. Il bello è che, vista la ricca proposta, qualche presepe, quasi certamente, scapperà alla vista dei camminatori.












Il borgo medievale di Campo è raggiungibile a piedi, in circa 40 minuti, dal paese di Castelletto di Brenzone, sul Lago di Garda. A questo collegamento, vi proponiamo il contenuto del blog dedicato a Come raggiungere Campo da Castelletto di Brenzone.

Cliccando su questo link, potete consultare tutti i contenuti del blog Le mie montagne dedicati all'area del MONTE BALDO.

martedì 12 ottobre 2021

Rifugio Baita Monte Cauriòl, la nuova vita dopo la ristrutturazione e con la nuova gestione

Cammino sulle montagne di Fiemme da sempre. Ho aperto il blog nel 2008, partendo dal racconto della valle di Sadole e dal Rifugio Baita Monte Cauriòl. Ci sono tornato nei giorni scorsi, prima della chiusura della stagione 2021. Ho trovato una nuova vita del Rifugio, recentemente completamente ristrutturato. Di proprietà del comune di Ziano di Fiemme, dal 2020 la struttura offre un nuovo volto, camerata e due camere per il pernottamento e una nuova gestione. Tommaso Pacher e Barbara, dalla Valsugana, hanno scelto di mettere anima e corpo nel nuovo Rifugio Baita Monte Cauriòl, nel cuore del Lagorai. E' un punto centrale nelle escursioni lungo la catena del Lagorai, e la nuova gestione finalmente lo riporta accogliente e il pieno della stagione 2021 ne è gradita conferma.

Entrare al Rifugio Cauriòl significa, da sempre, omaggiare l'opera di Aldo Zorzi, con il Museo della Grande Guerra tuttora parte integrante della struttura, con centinaia di armi e oggetti recuperati per decenni da Zorzi sul monte Cauriòl, dopo le tremende drammatiche battaglie del 1916. 





Dopo diverse gestioni a succedersi senza troppa fortuna, con la ristrutturazione ad opera del Comune di Ziano e la gestione di Tommaso e Barbara è tornato ad essere un riferimento. E' possibile seguire gli aggiornamenti del Rifugio Baita Monte Cauriòl sul sito e sulla pagina Facebook ufficiale. Il Rifugio è raggiungibile in auto, salendo da Ziano di Fiemme verso Sadole. Le automobili si lasciano al parcheggio prima della sbarra, da lì un chilometro a piedi e si raggiunge il rifugio. 

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lunedì 11 ottobre 2021

I colori del Monte Cauriòl fotografato d'autunno da Passo Sadole

Le vette del Monte Cauriòl, e Cauriòl piccolo, fotografate da Passo Sadole nei giorni scorsi, dopo la prima spolverata di neve ad alta quota. Autunno 2021. Ai piedi delle crode, sul ghiaione, soprattutto sul lato sinistro, è evidente la colorazione rosso-violacea delle rocce porfiriche. Siamo nel cuore del Lagorai.


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