martedì 25 agosto 2020

Il borgo di Castello di Fiemme in fotografia

Ho fatto una passeggiata per il centro di Castello di Fiemme, luogo natale della madre di Giovanni Segantini e tra i primissimi abitati di Fiemme risalendo l'Avisio. Il borgo conserva decine di abitazioni antiche, dei primi del Novecento, con struttura e balconi in legno. L'utilizzo della legna è ancora centrale nell'abitato di Castello, con la stragrande maggioranza delle case abitati dai residenti a incastonare, sin dall'inizio dell'estate, cataste di legna che saranno poi bruciate in autunno e in inverno. Singolare anche la piccola stalla (fotografata) ancora attiva al piano terra di un'abitazione rurale. Convivenza casa-stalla che solo qualche decennio fa era la norma, ora sempre più eccezione. Interessante anche l'operato, scoperto camminando per le vie di Castello, della locale associazione culturale "La bifora" che, tra le altre cose, promuove il book crossing per le strade del paese. 

Fotografie scattate nel luglio 2020







Una piccola stalla al piano terra. L'abitazione è al primo piano



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martedì 18 agosto 2020

CAMMINATA DODICI - Escursione val d'Ultimo, da Fontana Bianca al Rifugio Canziani al Lago Verde

Camminata, escursione "DA LAGO DI FONTANA BIANCA AL RIFUGIO CANZIANI AL LAGO VERDE in VAL D'ULTIMO"

Escursione ricchissima di corsi e specchi d'acqua.


Località di partenza: Lago di Fontana Bianca (1.885 metri di altitudine), Ultimo. Val d'Ultimo
Località di arrivo. Rifugio Canziani al Lago Verde (2.560 metri)
Dislivello in salita: 675 metri.
Categoria escursione: E (escursionistico).
Livello di difficoltà: abbastanza semplice: lunga ma senza punti pericolosi.
Tempo di percorrenza: circa 6 ore (1 ora e mezza o 2 ore nell'andata dal Lago Fontana Bianca al Rifugio Canziani, 4 ore scendendo da Lago Lungo e Lago dei Pescatori sino al punto di partenza).
12 chilometri complessivi (1 ora e mezza o 2 ore nel tratto in salita, circa 4 nella discesa con passo tranquillo o 3 ore a passo più spedito).

Il Lago Verde e le vette del gruppo dell'Ortles

L'escursione ha inizio dal lago artificale di Fontana Bianca, poco sotto quota 1.900 metri e al termine della val d'Ultimo, e si snoderà completamente all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Dal lago di Fontana Bianca si prende il sentiero 140, in direzione Rifugio Canziani. In circa un'ora e mezza, o al massimo due ore, si completerà un significativo dislivello in salita di quasi 700 metri. Incontrando tratti a gradoni e attraversando pendenze costanti, privi di passaggi difficili, si arriverà al Rifugio Canziani (quota 2.560 metri) adagiato sulle sponde del lago Verde, ai piedi di Cima Sternai. Dalla partenza al Rifugio Canziani ci sono circa 4 chilometri. L'escursione proposta prosegue poi lungo un percorso ad anello: dal Canziani si percorre la diga e imbocca il sentiero che porterà prima al Lago Lungo e, scendendo, poi verso il Lago dei Pescatori. Il tratto in discesa è più lungo del percorso in salita. Dal Canziani al ritorno al punto di partenza ci sono circa 8 chilometri, di pendenze più dolci. Dal Lago Lungo (2.339 metri) in avanti si percorrerà uno splendido panorama di pascoli alpini, caratterizzati da decine di splendidi specchi d'acqua. Al ritorno, si seguono le indicazioni per Fontana Bianca e St.Gertrude. Durata della discesa: massimo 4 ore. Durata complessiva del percorso ad anello, nel parco dello Stelvio, circa 5 ore mezza - 6 ore. 

I dati dell'escursione proposta


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giovedì 13 agosto 2020

CAMMINATA UNDICI - Da Passo Oclini alla vetta del Corno Bianco Weisshorn

Camminata, escursione "DA PASSO OCLINI AL CORNO BIANCO" 

Località di partenza: Passo Oclini (1.989 metri s.l.m.)
Località di arrivo. Vetta Corno Bianco (2.316 metri s.l.m.)
Dislivello in salita: 328 metri.
Categoria escursione: E (escursionistico)
Livello di difficoltà: abbastanza semplice.
Tempo di percorrenza: circa 2h (andata e ritorno), lunghezza totale del percorso circa 3,2 chilometri.

La vetta del Corno Bianco

L'escursione ha inizio dal passo Oclini, poco sotto quota duemila metri di altitudine, nel territorio comunale di Aldino, in Alto Adige. Raggiungibile in auto dalla val di Fiemme (si sale da Cavalese o Tesero verso Passo Lavazè) o dalla val d'Ega. Da Oclini si prende il sentiero H verso il Corno Bianco (Weisshorn). La camminata inizia con una discreta pendenza nel sentiero che sale tra i pascoli erbosi sopra Oclini. Il sentiero sale con regolarità e dopo una ventina di minuti ai verdi prati si sostituisce un fitto panorama di pini mughi. Dopo un passaggio più irto, con gradoni ripidi, si avvicina decisamente la vetta. In un'ora di cammino si raggiunge il Corno Bianco, dalla vetta oltre quota 2.300 si può godere di una delle più spettacolari e complete vedute panoramiche sulle Dolomiti. Vista a 360 gradi, dal Brenta sino al Catinaccio, dal Lagorai al Latemar sino al Sella e alla Marmolada. La visuale dalla vetta di Corno Bianco (Weisshorn) ripagherà la fatica dell'ascesa.

Vista delle rocce sull'ultimo tratto

La salita da Passo Oclini


ALTERNATIVA. Si può prolungare l'escursione, partendo o arrivando a Malga Ora. Tra Passo Oclini e Malga Ora aggiungere ai tempi segnalati, mezzora di cammino. 


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mercoledì 12 agosto 2020

La cultura cimbra in Lessinia. I nomi dei paesi montani in lingua cimbra

Chi ama la Lessinia, si sarà certamente imbattuto in un'unicità assoluta per l'area della montagna veronese. E' l'identità ancora molto radicata della cultura cimbra. Sono tredici gli originali comuni cimbri, di seguito riportati con il nome italiano corrente e il nome in lingua cimbra (in parentesi). Giazza, frazione del comune di Selva di Progno, Ljetzan in lingua cimbra, ne è il centro.


Genziane, nella alta val d'Illasi, salendo verso Rifugio Scalorbi. Sopra Giazza

Roverè (Rofreit), primo capoluogo del popolo cimbro.
Erbezzo (kan Bìsan)
Bosco Chiesanuova (kar Nàugan Kirche)
Valdiporro (Pòurantal)
Cerro Veronese (kame Tschirre)
Velo Veronese (Vèlje)
Camposilvano (Sulvàan)
Badia Calavena (kam Abato)
Selva di Progno (Brunge)
San Mauro di Saline (Salàin)
San Bartolomeo (San Bùrtal)
Tavernole
Azzarino


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sabato 8 agosto 2020

Due anni dalla Tempesta Vaia, le ferite e i danni ancora visibili a Passo Lavazè e in Fiemme

La notte del 29 ottobre 2018, la Tempesta Vaia ha flagellato ampie zone di Trentino, Alto Adige e Veneto. Tra i punti più colpiti la val di Fiemme e la val d'Ega. In Fiemme, i boschi attorno al Passo Lavazè e nella Foresta di Paneveggio sono stati pesantemente flagellati. Qualche chilometro più in là, in Sud Tirolo, è stato il paesaggio montano del Lago di Carezza a essere devastato.

Visuale della devastazione di Vaia da Passo Oclini.

In quelle drammatiche ore, i venti arrivarono a superare i 200 chilometri orari tra Trentino e Veneto, abbattendo milioni di alberi. A due anni di distanza, il lavoro eroico e incessante di pulizia e ripristino è tuttora in corso e, nella migliore ipotesi, avrà ancora alcuni anni davanti a sé. Il paesaggio ne è tuttora fortemente segnato e rivoluzionato. Quasi irriconoscibile il Lavazè, un tempo totalmente attorniato da larici e abeti, oggi ancora profondamente ferito, specie nei tratti visibili dalla strada che sale da Cavalese e Varena. Anche nei pressi di passo Oclini il panorama è drammatico. Nelle seguenti immagini, una documentazione fotografica di come i segni di Vaia siano pesantemente presenti anche due anni dopo il disastro.

Visuale dal Corno Bianco.







Tronchi accatastati e danni di Vaia, salendo verso Lavazè.


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venerdì 7 agosto 2020

La singolare storia del gatto della val Venegia

Scendevo da Baita Segantini verso la val Venegia, quando alla Malga Venegiota di Tonadico mi sono imbattuto in una favola della montagna. Una storia vera, che ha contorni da fiaba. 

Il gatto biancorosso della Val Venegia

Estate 2020, con la montagna e le Dolomiti a essere prese d'assalto da turisti e piene di villeggianti. IL gatto bianco e rosso che vedete nella foto è della Malga Venegia. Ogni giorno, nel mese di giugno e luglio, ogni mattina da solo risaliva la verde vallata sino alla Malga Venegiota. Di buon cammino tra le due malghe vi sono circa trenta minuti di strada. Una volta arrivato alla Venegiota, il gattino però non ne voleva sapere di muoversi. Visto il frequente passaggio di turisti ed escursionisti, iniziò così a farsi notare e a farsi accompagnare. Per settimane, ogni giorno di bel tempo trovava chi, al pomeriggio, lo riportava verso il pian dei Casoni, a Malga Venegia. Dormendo, spesso, sulle spalle o in braccio a chi si prendeva la briga di riportarlo a casa. Sembra una favola, è tutto vero, la storia del singolare gatto della val Venegia. L'ho scoperta fermandomi alla Venegiota e poi scendendo, dietro il gatto verso Malga Venegia.

domenica 2 agosto 2020

CAMMINATA DIECI - Da Revolto allo Scalorbi, nella Foresta di Giazza

Camminata, escursione "DAL REVOLTO ALLO SCALORBI" (Lessinia, Rifugio Revolto - Rifugio Passo Pertica - Rifugio Scalorbi)

Località di partenza: Rifugio Revolto (1.336 metri s.l.m.)
Località di arrivo. Rifugio Scalorbi (1.767 metri s.l.m.)
Dislivello in salita: 431 metri.
Categoria escursione: T-E (turistico-escursionistico)
Livello di difficoltà: semplice.
Tempo di percorrenza: circa 2h (andata e ritorno), lunghezza del percorso circa 4,2 chilometri (solo andata).

Sotto la galleria, salendo verso Rifugio Scalorbi.

Dal centro abitato di Giazza, culla della comunità cimbra, in provincia di Verona, si sale in auto verso Rifugio Revolto. Otto chilometri in automobile, passando da Rifugio Boschetto, per arrivare a Revolto. Qui inizia la camminata che proponiamo. Rifugio Revolto è a 1.336 metri di altitudine. Da qui parte una strada carrabile che risalirà la Foresta di Giazza verso l'Alpe di Campobrun. Una breve scorciatoia, con una pendenza più accentuata, parte dalla contigua chiesetta alpina di Revolto. Da qui, attraversando il bosco, si sale per una decina di minuti per ricollegarsi alla carrabile. Il sentiero di riferimento è il 186. In venti, venticinque minuti si raggiunge Rifugio Passo Pertica, a metà strada. Proseguendo sulla carrabile, senza più particolari pendenze, si oltrepassa l'alto vallone di Campobrun, dove si scorge l'omonima malga, e in un'ora circa si arriva al Rifugio Scalorbi, vicino a quota 1.800 sotto il gruppo del Carega. 

Dal Rifugio Scalorbi si può poi proseguire sino al Rifugio Fraccaroli, a quota 2.238, su Cima Carega, in un'ulteriore ora e mezza di cammino.



Il Rifugio Pompeo Scalorbi

Dati dell'escursione da Revolto a Scalorbi.

ALTERNATIVA. Da Revolto si può scendere nel bosco e poi risalire, attraversando la Foresta di Giazza con pendenze più significative rispetto all'itinerario sopra descritto, alla malga di Campobrun e in un'ora e mezza si raggiunge lo Scalorbi.

sabato 1 agosto 2020

Malga Campobrun, nella conca erbosa dell'Alpe di Campobrun in Lessinia

La Malga Campobrun (altitudine 1.669 metri) è un piacevolissimo incontro. Aperta nella stagione estiva, dedicata al pascolo e alla trasformazione del latte in alta quota. Si trova poco sotto il Rifugio Scalorbi, in Lessinia, nell'alto vallone dell'Alpe di Campobrun. Si può raggiungere comodamente salendo dal Rifugio Revolto, sopra Giazza

Malga Campobrun, in Lessinia


Salendo allo Scalorbi, ho avuto il piacere di fermarmi e visitare Malga Campobrun, attualmente gestita da tre giovani ragazzi. Una quarantina le vacche al pascolo tra il lago adiacente e i prati erbosi di Campobrun. All'interno della malga, durante la stagione estiva, vengono prodotti e venduti derivati del latte: da yogurt a ricotta e caciotta. La Malga, sull'attuale confine tra Trentino e Veneto, si trova all'interno della Riserva Naturale di Campobrun, istituita nel 1971. 


Salendo da Rifugio Revolto verso Rifugio Scalorbi

La produzione casearia di Malga Campobrun

giovedì 30 luglio 2020

Bivacco Sandro Redolf, riparo ai laghi di Lusia a quota 2.335 metri

Il Bivacco Sandro Redolf si trova a fianco del principale dei tre laghi di Lusia, a quota 2.335 metri di altitudine. Il bivacco Redolf si può raggiungere salendo dalla Morea oppure da Malga Bocche. Si trova ai piedi di Cima Bocche, come detto a fianco del più grande dei laghi di Lusia. Si trova all'interno del territorio comunale di Moena, al confine con quello di Predazzo, è sempre aperto, può essere utilizzato da escursionisti di passaggio. E' intitolato a un politico locale, ex assessore del comune di Moena. 


Il bivacco Sandro Redolf, a fianco del grande lago di Lusia.



Interno del bivacco Redolf

martedì 28 luglio 2020

Castello di Fiemme e Giovanni Segantini, il borgo trentino dove nacque la madre del "pittore della montagna"

A Castello di Fiemme nacque Margherita Girardi, mamma del genio Giovanni Segantini. Conosciuto come il "pittore della montagna", in vita fu uno degli artisti europei più apprezzati a livello internazionale. Segantini nacque ad Arco di Trento nel 1858. Sua mamma, Margherita Girardi (o De Giradi secondo altre traduzioni), nacque invece a Castello di Fiemme nel primo Ottocento. Morì giovane, nel 1865, lasciando orfano Giovanni Segantini ancora bambino. Nel centro storico di Castello toponomastica e alcune targhe, omaggiano Segantini e il suo legame materno con la val di Fiemme.



Bar Segantini (chiuso) in piazza Segantini, a Castello.


sabato 25 luglio 2020

I cervi nel parco di Paneveggio, reintroduzione partita nel 1957

I cervi del Parco naturale di Paneveggio e delle Pale di San Martino sono da decenni un'attrattiva per chi in macchina sale verso Passo Rolle. Da ammirare e fotografare, comodamente. Il progetto di reintroduzione del cervo europeo nell'area di Paneveggio risale alla fine degli anni Cinquanta del Novecento. Come specifica infatti un pannello in loco, nella valle del Travignolo i cervi scomparvero nel 1893, con l'uccisione al Forte Dossaccio dell'ultimo esemplare. Nel 1957 è stata immessa una coppia di cervi. Da allora a oggi la crescita è stata importante e ora alcuni branchi popolano il Parco di Paneveggio. 

Cervo maschio, a Paneveggio.



Come raggiungere il recinto dei cervi di Paneveggio: salendo in auto da Predazzo in direzione Passo Rolle, superata Bellamonte si raggiunge l'area di Paneveggio.